DIALETTO BUSTOCCO

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera un breve cenno alla parlata bustocca.

Bustocco[2] (nome nativo büstócu) è la variante del lombardo occidentale parlata a Busto Arsizio (Büsti Grandi in bustocco), città dell’Alto Milanese in provincia di Varese. Si stacca notevolmente sia dal milanese,[3] sia dai dialetti varesotti, sia dagli altri dialetti parlati nelle località più prossime a Busto Arsizio,[4] così come da tutti gli altri dialetti lombardi.[5][6] È parlato da circa il 30% della popolazione dell’area in cui è diffuso[1].

Rispetto al milanese e ai dialetti vicini presenta diverse particolarità:[7]

  • semplificazione di tutte le consonanti doppie (es. balón, come nel resto della lingua lombarda)
  • riduzione del suono /r/ fino alla sua quasi completa scomparsa (es. lauà invece di lavorarepaòla invece di parola)
  • lenizione della labiodentale /v/ in presenza di vocale, a cui spesso si assimila (es. ‘üstu invece di visto).
  • riduzione sostanziale delle sillabe finali postoniche in presenza dei fenomeni sopra esposti.

In qualche caso una parola lunga è stata ridotta ad un semplice vocalizzo (es. sguá invece di volare).

Nel bustocco si ha la conservazione della vocale atona u e i nel finale delle parole, caratteristica unica di tale dialetto. Le forme tècc (tetto) e trèdes (tredici) del lombardo occidentale a Busto Arsizio sono téciu e trèdasi.[8] A Busto Arsizio si dice düu (it. “duro”) e udùi (it. “odore”), mentre nella vicina Legnano si esprimono gli stessi concetti attraverso i termini dür e udùr.[9]

Al plurale, quasi sempre, la stessa uscita vale per il maschile come per il femminile. Nei nomi propri sono i neutri che si applicano indifferentemente (es. ‘Ngiuloêu per Angelo o Angela).

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Imparare il bustocco

Parlare il bustocco iniziando dalle vocali

Imparare il bustocco, parte seconda

Imparare il bustocco, parte terza

LE STORIE BUSTOCCHE RACCONTATE IN DIALETTO

PILLOLE DI STORIA IN DIALETTO BUSTOCCO