IONE VERNAZZA

 

DAL SUO SITO

Ciao, il mio nome è Ione. Non dico nulla di nuovo affermando che scrivo per comunicare. Frase ovvia, ma altrettanto sincera. Infatti nelle mie storie io descrivo ed interpreto il modo di essere di personaggi che in qualche maniera riflettono anche il mio stesso modo di essere, o come anch’io mi comporterei se mi trovassi calata nei loro panni. Tante vicende sono frutto di fantasia, altre risentono del mio vissuto. E nella trasposizione su carta io le confido ai lettori e confido in loro. Per conoscere i loro giudizi, impressioni, incertezze, incoraggiamenti, dinieghi. Tutto concorre nel motivarmi a proseguire. Rimpiango di non avere iniziato a scrivere quand’ero “più” giovane. Non sono lieta della mancanza di sponsor, conoscenze importanti e quant’altro; non sempre il merito, ed un certo talento mi viene riconosciuto, si coniuga con il cosiddetto successo. Vorrei anche aggiungere che non ho mai scritto per “mio diletto”: stilettata che ancora ricordo, pronunciata da una conoscente prima di una presentazione. La conoscente senz’altro non si era espressa così per malevolenza, non spicciola: era abituata ad un livello di autori superiore a quello che io ho potuto raggiungere, ed era un filino tediata dall’essere stata “costretta” ad intervenire. L’unica cosa che mi è dispiaciuta davvero è che qualcuno possa pensare che un autore scriva “per diletto”. Scrivere è bello, soddisfacente, meraviglioso, ma comporta un grandissimo impegno; ci si “diverte” senz’altro, ma ci si affatica altrettanto. Così come succede per tutti coloro che svolgono un’attività, temporanea o continuativa, che piace; detesto siano sempre costretti a sbandierare che si “divertono” e stop. Per ora, ancora, comunque insisto nella scrittura, almeno fino a quando penserò di avere qualcosa di nuovo da esprimere.
Disponendo di un piccolo sito mi sarà più facile se, come spero, richiesta, fornire delucidazioni, magari ricevere graditi consigli. E senza dipendere troppo dai tempi altrui, ‘manifestare’ un breve racconto, una poesia od un pensiero, miei o di altre persone che si presteranno a collaborare con me, avvalendosi del loro nome reale o di uno pseudonimo; come mio nick scelgo ‘anguilla’. Si tratta di un vocabolo eufonico, con gradevole riferimento ad un certo senso di libertà. Le due foto che mi ritraggono sono naturali; quella a fianco, scattata al tramonto, interpreta la sensazione di leggerezza che provo quando mi trovo vicino al mare in tempesta, quella in homepage è sempre in tema marino, durante una giornata di sole.

Dopo circa otto anni…

Grazie Raffaella per la tua grande sensibilità e per avermi offerto il tuo scritto. Grazie per avermi detto ‘Ivan ne sarà contento’. Grazie a tutti coloro che sono responsabili, presenti, desiderosi di dare e ricevere fiducia ed affetto. In particolare alle persone che si sono prestate a collaborare; grazie Franco. Tante, lì per lì, sembrano davvero entusiaste. Poi, si sa che la corsa per vivere raffredda ogni buona intenzione. Il bilancio? Anche io ‘corro’ molto. Per il sito sono rimaste nel limbo l’anguilla destinata a muoversi fra le righe, e la musica. Ci rimarranno.
Vorrei chiarire che la sezione ‘Foto’ non vuole essere esornativa ma testimoniare gli eventi, e la spontaneità che li ha connotati.
Oltre alle immagini inerenti le presentazioni, ho inserito alcune istantanee che riproducono un tratto di mare che mi è particolarmente caro, il medesimo della foto che compare in questa pagina: quello del lungomare di Bordighera, sul cui sfondo si staglia il massiccio dell’Esterel.

Negli ultimi tempi non avevo più aggiunto pensieri o racconti perché mi ero molto impegnata nella realizzazione di “IF”, una residenza. Vi passo gli estremi perché possiate verificare il lavoro compiuto: www.residenzaif.it. In futuro, dalla primavera 2018, vedrò di applicarmi per continuare ad aggiungere pensieri e racconti…

Di recente è uscito il mio nuovo romanzo, dal titolo “Senza pietà”, presentato il giorno venerdì 3 novembre 2017 alle ore 18 alla Feltrinelli di Varese.

I SUOI ROMANZI

Senza pietà

Uno psichiatra ci introduce al tema dell’immaturità relazionale raccontandoci le esperienze di «casi» in cui si è imbattuto durante la sua carriera professionale: uomini e donne che si trasformano in carnefici nel caso che le persone «amate» non esaudiscano appieno i loro desideri. Lo psichiatra è molto esperto di queste dinamiche, lui stesso fa parte del gioco; però si ritiene una rara eccezione. Ascolta, osserva e trascrive; poi argomenta. La sua visione della vita è di un egoismo narcisismo borderline… oppure no? Il giudizio rimane al lettore.

La collana di liquirizia

Elena, dopo una cattiva esperienza con una donna che credeva sua amica, ripercorre la sua vita di relazioni con il sesso femminile. Ne esce un quadro estremamente negativo, in cui le donne risultano egoiste, egocentriche, aggressive e possessive verso gli uomini, quasi vittime di queste megere. L’esortazione della protagonista, rivolta a se stessa e alle colleghe donne, è quella di sfrondare gli schemi condizionanti, perle di una collana troppo scura, pesante sul collo.

Otorut

Otorut è un mantra, una metafora. Ed è la pronuncia del termine francese autoroute, cioè autostrada. Oltre a questo, è una storia di incontri e “disincontri”. Un romanzo fatto di relazioni casuali e determinanti, familiari e problematiche, affettive, amorose, sessuali, che coinvolge e abbraccia personaggi giovani, anziani e di mezz’età. Gustavo, Sofia, Charlie sono alcuni di loro.

Vasca da letto

Cerchio a metà. Il trombamico

Secondo una certa disciplina orientale, la perfezione del cerchio è costituita da due componenti, yang e yin. Nel cerchio (Tao), gli elementi, pur rimanendo distinti, si completano. Ora, a prescindere da osservazioni di tipo tecnico-filosofico di cui non è questa la sede, nonché dalla speculazione su ruoli e metafore di tipo tutt’altro che meramente simbolico, nell’ottica dell’attuale società, a voler trovare una certa analogia, quegli elementi di complementarietà sono andati via via assumendo una connotazione per cui la completezza interattiva tra maschio e femmina svanisce o si modifica sostanzialmente. L’ottica è appunto quella del cosiddetto “Trombamico” e, dunque, primariamente, del cerchio a metà. Vale a dire, un tipo di relazione in cui le parti non mirano a fondersi, quanto piuttosto a usufruire l’una dell’altra, cosicché il più delle volte il rapporto tra i due sessi, lungi da ogni vera e profonda consapevolezza, si limita, per un motivo o per l’altro, alla superficie più parziale della conoscenza.

Quadro a rete

Jonella convive da anni con un dolore: la scomparsa misteriosa della sorella Irene. L’unica sua compagna di vita è la fedele gatta Carolina. Il fortuito incontro con frate Luciano, e il suo cane Dylan, la porterà, seguendo le illuminazioni trasmesse da uno spirito guida, a risolvere passo dopo passo l’enigma che si porta nel cuore. Sarà questa, per lei, l’esperienza fondamentale e l’avventura del destino: in breve tempo riuscirà infatti a riallacciare intensi rapporti con vecchie amiche d’infanzia e a impostare legami profondi che arricchiranno la sua nuova vita.

CAMPO 58

Attorno alla costruzione di una casa in un terreno dove c’era il granoturco, gallerie di figure ordinarie o singolari esercitano al senso della vita.